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DXP e DX Economy
Si sente spesso parlare della DX economy e dell’impatto che quest’ultima ha avuto e continua ad avere sulle nostre abitudini, arrivando a modificare sempre più il nostro vissuto quotidiano. In sostanza, la DX economy è l’economia incentrata sulla trasformazione digitale, e si fonda sulle potenzialità offerte dallo sviluppo di reti digitali ed infrastrutture di comunicazione che permettono a persone, aziende ed organizzazioni di interagire a più livelli.
Ma come si è arrivati alla DX economy? Secondo la società di ricerche di mercato IDC, il principio è da ricercarsi nel 2007, quando è stato proposto per la prima volta il concetto di Terza Piattaforma, paradigma tecnologico costituito da un ecosistema di risorse ed applicazioni integrate che includono servizi cloud, infrastrutture mobili, big data/analytics e social media. Ciò è permesso da una continuità operativa di tecnologie di rete che garantisce servizi 24/7 a livello di back end e front end.
In questa prospettiva si colloca la nascita della DXP, che, unendo in modo più o meno flessibile varie applicazioni in un unico software, ha permesso una coesione maggiore tra aspetti digitali che prima di allora erano del tutto separati.
Dopo una fase iniziale di sperimentazione, cominciata appunto nel 2007, in cui le tecnologie non erano ancora fortemente integrate e mancava dunque una vera interazione efficace tra i dati generati dalle singole applicazioni, si arriva quindi al 2015, con la nascita di quella che viene denominata appunto DX economy o Multiplied innovation.
Questa fase è caratterizzata da una forte maturazione della tecnologia. I dati e le informazioni possono essere condivisi con più facilità, generando nuovo valore. Sono gli anni in cui prendono una forma definita tecnologie fino a quel momento solo abbozzate o ipotizzate, come la stampa in 3D, la domotica, l’intelligenza artificiale o la realtà aumentata, e in cui si assiste a una forte spinta in avanti nello sviluppo della robotica e dei sistemi di cybersecurity.
Il futuro è però alle porte: secondo IDC, la terza fase si dovrebbe aprire verso l’anno 2023 e girerà intorno al concetto di “autonomia”. Sarà una fase caratterizzata dall’accelerazione del self learning, col quale le macchine potranno imparare da sole dai propri errori, e in cui l’uomo tenderà sempre più ad operare come supervisore piuttosto che come manodopera.